Il viaggio in questa magnifica terra continua, e dalla penisola Valdès con qualche difficoltà raggiungo Ushuaia. E’ l’incanto dell’estremo sud Argentino, nella terra del fuoco o “la fine del mondo” come viene più comunemente chiamata. 

Viene così chiamata in virtù del fatto che dopo questa cittadina non c’è più niente, o meglio molto più a sud ci sono solo i ghiacci del continente antartico. In tarda serata atterro sul minuscolo lembo di terra, e i riflessi delle luci della città schiariscono sia le montagne innevate poste a ridosso di essa, sia l’oceano sul quale si affaccia.La differenza della temperatura di queste latitudini è la primissima cosa che avverto, soprattutto considerando da dove sono partito. Ushuaia, non proprio da descrivere come una città caotica, mette comunque in mostra i suoi locali pieni di vita, me ne rendo conto perché dato l’orario di arrivo sono costretto a girare per la città alla ricerca di un posto dove poter cenare.

 

 

.... nello sfondo Ushuaia
Sfondo di Ushuaia

Parco Nazionale della Terra del Fuoco

E’ mattina presto quando arrivo al Parco Nazionale della Terra del Fuoco, dove è esposto in bella mostra un vecchio treno risalente al secolo scorso e ancora funzionante, che veniva utilizzato per spostare tra queste montagne i prigionieri qui confinati che dovevano svolgere lavori utili alla comunità. Il territorio è ricco di numerosi corsi d’acqua che formano anche ampi laghi, e nei torrenti sono spesso visibili opere di arte ingegneristica, vere e proprie dighe formate da alberi. La responsabilità è dei numerosi castori qui introdotti in modo innaturale nel secolo scorso per contrastare la diffusione dei serpenti, privi di predatore naturale.

Il castoro è un animale che vive benissimo nelle condizioni climatiche di questa regione del sud dell’Argentina, ma in natura è invece presente nel nord del continente americano, in special modo tra il Canada e l’Alaska, quindi alle latitudini della terra del fuoco ha provocato e tuttora provoca ingenti danni all’ambiente e agli alberi che impiegano circa 50/60 anni a crescere. Le autorità forestali o chi per loro hanno provato ad incentivare i cacciatori ad abbatterli ma l’iniziativa non ha avuto grande successo perché la sua pelliccia non è pregiata, e la sua carne neanche a parlarne, ed inoltre gli incentivi erano bassi. E così i castori si riproducono a dismisura. E l’ambiente ringrazia.

 

Il canale di Beagle

La permanenza nella terra del fuoco non può che concludersi con la navigazione tra le isole del canale di Beagle. Questi enormi muri che scendono a picco sull’oceano sono lunghi anche diversi km. E oltre ad essere il confine tra Argentina e Cile, rappresentano un grande punto dove sono presenti numerose specie animali. Una diversità di uccelli, leoni marini, e foche della terra del fuoco popolano infatti queste numerose isole. Data la massiccia presenza di animali qui ci si muove cercando di mantenere quanto più incontaminata questa parte di territorio. Anche se diversi giovani trasferiti qui dalle varie città dell’Argentina per lavorare, sostengono che negli ultimi anni c’è stato un forte sviluppo delle infrastrutture. Sopratutto quelle mirate al turismo.

Questo preoccupa perché le grandi masse di visitatori che arrivano sono potenziali responsabili per l’ecosistema, in questa regione dove le Ande con la loro vegetazione e i contrastati colori si immergono di colpo nell’oceano. E dove poco più sopra c’è il blu cobalto del cielo e le sue corpose nuvole.

 

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